Emozioni, Bisogni e Relazioni: le nuove tecnologie rispondono alla natura dell’uomo

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La rivoluzione della rete ha fatto sì che la tecnologia risponda oggi al bisogno più antico e intimo della persona: la socialità e la necessità di entrare in relazione con l’altro. Primo post di Manuela Interlandi: benvenuta!

La rivoluzione della rete ha fatto sì che la tecnologia risponda oggi al bisogno più antico e intimo della persona: la socialità e la necessità di entrare in relazione con l’altro. Il desiderio di comunicazione e relazione è radicato nella nostra natura e all’interno della rete la nostra intelligenza viene stimolata in modo nuovo costruendo nuova cultura e conoscenza. Inoltre l’uso quotidiano dei media ha implicazioni cognitive ed emotive connesse alla formazione della personalità e identità delle persone.

La comunicazione ha sempre caratterizzato la storia dell’uomo perché attraverso essa e l’incontro con l’altro (la relazione) l’uomo realizza se stesso. Le nuove tecnologie offrono tantissimo in questo senso e così si spiega il motivo del loro allargamento tra la popolazione con “app” sempre più innovative, divertenti, veloci.

Le emozioni sono strutture psicofisiche capaci di decodificare cognitivamente uno stimolo ambientale. Le strutture interessate dalle emozioni – aree limbiche del cervello – devono essere allenate al fine di identificarle e gestirle, cioè è necessario acquisire consapevolezza delle emozioni, andando oltre la “percezione” che da sola non è sufficiente affinché la persona si sviluppi in “modo sano”, con un adeguato livello di autonomia e di autostima, buone capacità relazionali e di adattamento alla realtà che la circonda.

I bisogni rispecchiano il mondo valoriale della persona, frutto dell’esperienza vissuta e dell’educazione ricevuta: dal valore si passa alla progettualità, cioè alla realizzazione della propria vita. Quanto detto non può prescindere dalla relazione con l’altro: i bisogni sono soddisfatti nell’interfaccia con gli altri, una vita piena si basa sulla realizzazione di progetti guidati da valori. Già Aristotele nella sua “Politica” descriveva l’uomo come un “animale sociale (politico) per sua natura” (Ànthropos zoon politikòn physei) cioè con la “naturale” necessità di una vita di relazione al fine di realizzare se stesso.

Le nuove tecnologie non sono altro che uno strumento (nuovo) che permette alle persone di comunicare e relazionarsi, cioè di rispondere ai loro bisogni naturali. La rivoluzione della rete ha radici antiche, nella necessità di vivere in comunità (Aristotele), di conoscere e trasmettere il sapere (Ulisse), di sviluppare tecnologie in grado di farlo (Galileo), di sentirsi libero, cioè se stesso (Giorgio Gaber). La persona “wreader” è al centro della rete: legge, scrive, conosce nuove persone, crea – e disfa – amicizie, talvolta confonde la sfera pubblica e quella privata. Esprime i propri bisogni: di essere amato e riconosciuto valido, di appartenere ad una comunità, di essere ammirato.

Spadaro (2010) afferma che: «La rete è un “ambiente culturale” che determina uno stile di pensiero e crea nuovi territori e nuove forme di educazione, contribuendo a definire anche un modo nuovo di stimolare le intelligenze e di costruire la conoscenza e le relazioni».

La sfida oggi è quella di ritrasmettere il senso della relazione, l’importanza dell’incontro con l’altro per favorire la crescita e lo sviluppo sano della persona.

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