Alimentazione nelle scuole: via al cambiamento

Formazione a scuola vuol dire anche insegnamento di una vita sana, sportiva e con una buona alimentazione. Il tema della buona alimentazione è un tema sempre più caldo... Vediamo qualche iniziativa e alcuni risultati concreti.

Formazione a scuola vuol dire anche insegnamento di una vita sana, sportiva e con una buona alimentazione. Il tema della buona alimentazione è un tema caldissimo negli Usa ma anche in Italia, nonostante qui ci siano comportamenti decisamente più virtuosi da sempre. Ma con la globalizzazione (dei consumi), il rischio è alto anche da noi.

Ne parla anche l’Espresso: 5000 scuole italiane propongono una sorta di giornata dell’alimentazione sana. Le scuole ricevono una volta a settimana frutta e verdura, intera o spremuta, che mettono a disposizione dei bambini. Niente obblighi, ma un’opportunità di cambiare stili di vita e di divertirsi, dato che la strana merenda diventa una specie di gioco, di sorpresa.

Già il progetto Eat (Educazione Alimentare Teenagers) del Policlinico San Donato di Milano ha letteralmente fatto sparire le macchinette con i vari snack e le bibite zuccherate dalle scuole, evidenziando in 4 anni una diminuzione di peso dei ragazzi e una facile assimilazione di comportamenti virtuosi lato alimentazione. Questa “bonifica” forzosa delle scuole sembra necessaria per la mutazione dei comportamenti.

I numeri confermano l’importanza dei progetti formativi nell’alimentazione

Alcuni numeri ci rivelano come la formazione sia necessaria e funzionale. Negli Usa, il progetto formativo di Lindsay Turner, nutrizionista, ha evidenziato un miglioramento delle conoscenze teoriche sull’alimentazione in due anni del 3 – 5%.

Non solo formazione, ma anche regole ferree: gli stati americani con norme severe pro-cibo sano hanno visto una diminuzione dell’obesità nei bambini fino a 5 punti percentuali.

Anche in Italia abbiamo dei dati su cui contare: nelle province di Rovigo e Padova, il progetto formativo “Cosa Bolle in Pentola” di Studio Akoé (dal 2007 al 2012 – campione totale di circa 5 mila studenti) ha portato dei miglioramenti nelle conoscenze sull’alimentazione del 3,9% come dato medio per tutte le scuole (in linea con l’esperienza statunitense).

Il miglioramento sale al 18,5% nelle Scuole Primarie e addirittura al 44% – sempre nelle Scuole Primarie – sulle proprietà dei cibi che i bambini mangiano.

Numeri a volte piccoli a volte grandi, che però rivelano come un insegnamento in questa direzione sia decisamente irrinunciabile.

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