Nella vita di tutti i giorni entriamo in relazione con decine di persone: alcune costituiscono i nostri affetti e i punti di riferimento importanti, altri sono semplici conoscenti che ruotano attorno alla nostra giornata.
Quante volte interagendo con queste persone, vicine o lontane, siete risultati sguaiati o addirittura aggressivi quando invece avreste semplicemente voluto esprimere un’opinione o dimostrare il vostro dissenso?
Allo stesso modo, per non dire qualcosa che possa sembrare maleducato o fuori luogo, capita di cadere nel comportamento diametralmente opposto, scegliendo la via del “va tutto bene”, pur di non provocare discussioni.
Nelle interazioni quotidiane, aggressività e passività sono due facce della stessa medaglia e, come direbbero gli antichi, in medio stat virtus. Comportarsi in modo aggressivo ed imporre il proprio punto di vista è sconsigliabile tanto quanto indossare i panni della “mosca sul muro” e scegliere di evitare il conflitto ad ogni costo.
Praticare l’assertività può rappresentare un primo passo importante. L’assertività è l’abilità di dar voce e corpo ai propri sentimenti scegliendo un comportamento positivo. Una persona assertiva è centrata, nel senso che conosce a fondo i capisaldi che nutrono il suo punto di vista sul mondo e, per questo motivo, non teme di comunicarli agli altri serenamente. Il suo punto di forza più importante sta proprio nella pratica della consapevolezza, nell’aver scelto con sicurezza la mappa che orienta ogni sua diversa azione.
Chi pratica l’assertività è come un tempio: solido e anche accogliente. Non è chiuso in se stesso, né tantomeno rigido nel porsi agli altri, pur dimostrando di possedere radici profonde e ben strutturate.
L’assertività è come un paio di occhiali che consente di gestire in maniera costruttiva le relazioni interpersonali: in famiglia, nel lavoro, nelle amicizie. La maggior parte di noi non possiede questi occhiali speciali in dotazione fin dalla nascita. Fortunatamente, è possibile allenarsi e imparare ad essere assertivi.
Cosa aspettiamo? Non c’è tempo da perdere. Entriamo subito in azione e facciamo un esempio linguistico per iniziare ad allenarci nella nostra quotidianità.
Un esercizio per imparare l’assertività
Immaginatevi di essere a lavoro e di dover esprimere un’opinione negativa nei confronti di un progetto che vi viene presentato. Per comunicare questo vostro punto di vista, potete scegliere molte forme linguistiche differenti. Potete esprimervi dicendo: “Questo lavoro non va bene, non è corretto, non mi piace” oppure cercare di comunicare il messaggio in maniera da lasciare spazio al miglioramento. Se un lavoro non va bene, significa che deve essere migliorato: allora perché non costruire le basi affinché ciò avvenga senza innalzare muri o causare blocchi e chiusure?
Quel che è certo è che la chiusura porta ad altra chiusura, per questo motivo giudicare in modo tassativo e netto, senza offrire via di scampo al proprio interlocutore, significa troncare ogni reale possibilità che quella persona possa far meglio. Per esprimere una valutazione negativa sarebbe meglio dire: “Secondo me questo lavoro può essere migliorato” ed offrire spunti di riflessione indicando la strada.
In questo modo avrete spostato l’attenzione sul positivo e sulle potenzialità del lavoro, esprimendo chiaramente la vostra opinione in merito ed evitando contemporaneamente di cadere in un conflitto poco costruttivo.
Mentre vi allenate a scegliere le forme linguistiche adeguate, prestate attenzione anche al linguaggio del vostro corpo: cosa dice agli altri? Ricordate sempre che le espressioni del viso, l’intonazione della voce e i gesti con cui accompagnate le parole, comunicano sentimenti e intenzioni e dovrebbero dunque accompagnare e semmai rafforzare ciò che state dicendo e non certo smentire le vostre parole.
Nelle interazioni con gli altri, il linguaggio corporeo è determinante e costituisce un universo tutto da scoprire. Ne esploreremo una piccola parte nei prossimi post… nel mentre, buoni esercizi di assertività!