Il tasso di disoccupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni a ottobre sale al 39,8%, in aumento di 0,3 punti percentuali su base mensile, mentre scende di 1,2 punti su base annua. La fascia più colpita è però quella che va da 34 a 49 anni, che nell’ultimo triennio ha registrato un calo dell’occupazione del 4,4%, ovvero di 450mila unità
Il Fatto Quotidiano – 1 Dicembre 2015 –
E’ davanti a questa evidenza, al prenderne atto, specialmente se viviamo personalmente la condizione riportata dal Fatto Quotidiano, che subentrano in noi un mix di emozioni: frustrazione, impotenza, rabbia…
La rabbia… Una delle nostre sei emozioni di base.
Ma cosa ci insegna la rabbia?
Perché tutte le nostre emozioni insegnano, anche quelle apparentemente distruttive.
Riflettendo sulla mia personale esperienza e approfondendo gli studi in materia, sono arrivata a comprendere che i giudizi che formuliamo sugli altri e più in generale sul mondo che ci circonda, all’origine della nostra rabbia, non sono altro che un modo per esprimere bisogni insoddisfatti.
Questo modo di concepire la rabbia, di giudicare sempre e comunque ciò che ci crea rabbia, ci fa capire che in realtà siamo scollegati alla Vita, nel suo fluire dinamico.
Nella maggior parte delle volte, invece di aprire noi stessi a ciò che desideriamo e che intendiamo perseguire, concentriamo la nostra attenzione sul giudicare chi non soddisfa i nostri bisogni, che sia il governo in carica, il nostro partner, il nostro collega, etc…
Ci focalizziamo così sulla mancanza, sul nostro bisogno insoddisfatto.
Come possiamo ricollegarci alla Vita, uscendo dal circolo vizioso della rabbia?
Apprendere che dalla nostra rabbia, dai pensieri di giudizio che coltiviamo nella nostra testa, gli stessi pensieri che stanno alimentando la nostra rabbia, possiamo imparare sempre.
Come? Osservando quegli stessi pensieri di giudizio.
Possiamo apprendere dalla nostra rabbia immaginando di indossare un paio di occhiali 3d: come al cinema, dobbiamo imparare a godere lo spettacolo di tutti i pensieri di giudizio che coltiviamo nella nostra testa.
Maturare questa consapevolezza ci permetterà di illuminare i pensieri di giudizio per poterci collegare ai nostri bisogni, quei bisogni mascherati dietro all’etichetta del giudizio. Quando siamo connessi ai nostri bisogni infatti (di accettazione, riconoscimento, comprensione etc…) non siamo mai arrabbiati.
LA NOSTRA RABBIA NON È STATA REPRESSA, MA È STATA TRASFORMATA IN SENTIMENTI AL SERVIZIO DEI BISOGNI.
La funzione fondamentale dei sentimenti, infatti, è quella di essere al servizio dei nostri bisogni. La parola emozione etimologicamente significa muoversi verso l’esterno, mobilitarsi per soddisfare i propri bisogni.
Questa è la naturale funzione delle emozioni, rabbia compresa: stimolarci a cercare di soddisfare i nostri bisogni.
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