Nel coltivare se stessi, non esiste la parola ‘fine’. Chi si ritiene completo, in realtà, ha voltato le spalle alla Via
Yamamoto Tsunetomo, filosofo buddhista
Il nostro viaggio stavolta ci condurrà in Giappone, conosceremo il sistema scolastico giapponese e quanto sia importante il valore dell’educazione per il popolo del sushi.
Shiken Jigoku, “Inferno degli Esami”: così gli studenti giapponesi definiscono il loro percorso scolastico, caratterizzato quasi totalmente da prove scritte.
Lo studente giapponese percorre sostanzialmente lo stesso iter di quello italiano: materne, elementari, medie, superiori e università sono frequentate negli stessi periodi d’età, con la differenza che il calendario nipponico inizia in aprile e finisce a marzo. Le classi sono molto numerose rispetto alle nostre: si arriva anche a 40 individui per classe.
Un aspetto molto interessante della loro cultura educativa è l’attenzione dei genitori nella scelta dell’istituto scolastico per i propri figli fin dalla scuola materna (l’asilo nido non esiste): il pensiero comune è che i piccoli vanno tutelati fin da subito in vista della severa selezione dell’università (solo il 35% riesce a entrare) e del mondo del lavoro.
La qualità dell’istruzione per quella della vita, quindi.
Pensiamo alla nostra concezione negativa della ripetizione: nessuno studente o genitore è contento di spendere ancora tempo e denaro per la scuola. In Giappone, invece, è assolutamente normale vedere bambini di prima o seconda elementare salire sul tram da soli per raggiungere il proprio tutor per lezioni che durano anche fino a tarda sera.
A scuola è richiesta la divisa: nera per i maschi (gakuran) e blu per le ragazze (fuku); durante le pause gli studenti possono accedere a dei club interni, gruppi d’interesse che comprendono matematica, cucina, fotografia, musica, teatro, letteratura, giardinaggio, scienze naturali, informatica e sport.
Il senso del gruppo è fondamentale nella cultura nipponica, tanto che gli studenti devono portare la stessa merenda e mangiarla secondo una determinata sequenza. Viene il dubbio che non si tratti solo di disciplina, ma di omologazione, repressione, robotizzazione.
Come emergere in un mondo nel quale la fantasia è bloccata da una serie interminabile di regole e divieti?
Il sistema scolastico in Italia è in subbuglio: posti vacanti, giovani non valorizzati, graduatorie infinite. La situazione non è certo rosea, ma una cosa è certa: merende, vestiti e tempo libero sono affar nostro.
Solo sognando un mondo migliore e lottando sempre per le nostre scelte, potremo garantirci la libertà. Augurandovi un 2013 da urlo, vi lascio alle curiosità “scolastiche” del Paese dei terremoti:
1.Materie “strane”:
– Elementari: Economia Domestica;
– Medie: Igiene;
– Superiori: Agricoltura, Pesca, Assistenza Sociale.
2. Non esiste la figura del bidello: finite le lezioni, a turno, gruppi di alunni puliscono la scuola!
3. In alcune scuole sono presenti delle aiuole che vengono assegnate agli studenti, che devono anche coltivarle!