“Ho guardato dentro un emozione
e ci ho visto dentro tanto amore”
V.Rossi
Tutti noi quotidianamente ci confrontiamo con quella che nel coaching viene chiamata “l’arte della gestione emotiva”. Sapersi gestire emotivamente significa sviluppare quella sensibilità necessaria per poterci relazionare con Intelligenza Emotiva, sia con noi stessi che con gli altri. Ne consegue che l’essere “emotivamente intelligenti” è direttamente proporzionale al nostro livello di autoconsapevolezza, che presuppone la conoscenza delle proprie emozioni (nel momento io cui esse si presentano), nonché il controllo delle emozioni stesse.
Amore, gioia, sorpresa, rabbia, tristezza e paura sono le nostre sei emozioni primarie; emozioni con cui ci confrontiamo ogni giorno e che, se assecondate, ci fanno agire in un certo modo…
Come suggerisce Vasco Rossi in Senza Parole, se guardiamo dentro a un’emozione ci possiamo trovare dentro tanto amore, amore che si può “sviscerare” anche nelle sue emozioni secondarie: affetto e lussuria, nonché nelle emozioni terziarie associate all’affetto e alla lussuria…
Di seguito riporto la classificazione delle emozioni elaborata dal professor Gerrod Parrot, della Georgetown University:
Relazionarci con Intelligenza Emotiva significa quindi prendersi cura non solo del nostro “universo emozionale”, ma anche accettare e riconoscere con precisione le emozioni che popolano il nostro universo interiore.
Ricordo che non esistono emozioni giuste o sbagliate, ma solo emozioni che per definizione ci fanno “smuovere” o “agitare”… le emozioni dolorose in particolare, ci stanno dicendo che non siamo collegati alla vita e che non stiamo soddisfacendo (ancora) i nostri bisogni…
Tu chiamale se vuoi… emozioni
Lucio Battisti