Tutte le volte che risaliamo ai ricordi che abbiamo su noi stessi, sui nostri vissuti e sulle relazioni con il mondo circostante, facciamo appello a quella parte della memoria preziosissima che si chiama memoria autobiografica.
Questa parte della memoria è così preziosa perché in essa è contenuto il nostro passato, che è…
“il tutore e depositario della nostra identità, e il conforto di aver avuto dei ricordi che non ci disperde” (Demetrio, 1995).
Il passato caratterizza la nostra storia, le nostre radici, è ciò che ci distingue e ci rende unici e, a prescindere da qualsiasi emozione evochi pensare ad esso, è una sorta di peccato accantonarlo o rinnegarlo.
Durante tutta la nostra esistenza siamo chiamati a cambiare, rivitalizzarci, evolvere mantenendo sempre la profonda essenza che ci caratterizza, e questo principio di trasformazione insito nel percorso di vita di ognuno è ciò che ci permette di trovare modi sempre nuovi di guardare tutto quel che ci circonda.
Questo sguardo nuovo può essere rivolto anche verso il passato, che in questo modo può essere rivissuto e rielaborato continuamente in un tempo che diventa un passato-presente sempre rinnovato.
Perché attingere al proprio passato, alla propria memoria autobiografica
Attingere al proprio passato in questo senso diventa positivo perché dà la possibilità di:
- riavvicinarci al nostro profondo, rompere il ghiaccio della realtà e trovare il nostro tempo in un’epoca che ci allontana giorno per giorno da noi stessi;
- accrescere la consapevolezza, scontrandoci ed incontrandoci con parti di noi che altrimenti non avremmo modo di conoscere;
- lenire le ferite e dare un antidoto all’irreversibilità delle esperienze già vissute, trovando nuove possibilità e considerazioni, abbandonando il rimpianto o il rimorso per dare spazio al senso di liberazione da pesi che per troppo tempo ci attanagliano;
- dare uno slancio nuovo al presente e al futuro;
- volerci bene e apprezzarci per i vissuti (anche difficoltosi) affrontati, rafforzando l’autostima e l’auto-empatia.
Tenere un diario in cui narrare il proprio passato può essere un metodo molto utile per entrare in maniera più intima ed efficace in contatto con esso e guardarlo da altre prospettive. La scrittura dona anche un valore aggiunto all’immersione nei vecchi ricordi perché li rende tangibili e, se lo si vuole, condivisibili.
Scrivere di sé, così come solo pensare e ripescare il passato, non richiedono grandi abilità se il principale presupposto resta quello di essere pronti ad entrare nel flusso dei nostri percorsi di vita e a ri-conoscere ed apprezzare la singolarità della nostra storia.